Serio C.1, Stile F.2, Rea T.3, Guillari A.4
- Ostetrica Libero Professionista
- Ostetrica P.O. Valle d’Itria
- PhD, Dipartimento di Sanità Pubblica, Università Federico II di Napoli
- PhD Studente in Infermieristica Dipartimento di Sanità Pubblica, A.O.U Federico II di Napoli
DOI: 10.32549/OPI-NSC-17
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ABSTRACT
INTRODUZIONE: Il problema dell’obesità e del sovrappeso in età infantile ha assunto particolare rilevanza in Sanità Pubblica. In Italia circa 1 milione di bambini è in eccesso ponderale. Nella società contemporanea, molte sono le famiglie nelle quali entrambi i genitori lavorano e spesso i nonni si prendono cura dei nipoti, occupandosi anche della loro alimentazione. L’obiettivo di questo studio è stato quello di comprendere il ruolo percepito delle nonne sulle abitudini alimentari dei bambini in età prescolare attraverso la percezione delle mamme.
MATERIALI E METODI: Indagine qualitativa, condotta con metodologia fenomenologica secondo Cohen, incentrata sull’intervista di dieci donne con almeno un figlio/figlia in età prescolare (4-6 anni) che hanno dichiarano l’aiuto da parte delle nonne. Il campionamento di convenienza è stato effettuato presso dell’Associazione di Promozione Sociale “Neomamme” nella città di Monopoli (BA), dal Settembre 2017 all’Ottobre 2017.
RISULTATI: Dall’analisi fenomenologica sono emersi i seguenti temi:
- Il tempo con i nonni, all’interno del quale è emerso il sottotema relativo alla disciplina alimentare adottata o meno dalle figure di accudimento;
- Il cibo ed il senso di colpa;
- La percezione dell’aspetto del bambino, all’interno del quale è emerso il sottotema relativo alle strategie per evitare il sovrappeso.
DISCUSSIONE: L’analisi fenomenologica ha evidenziato l’importanza del supporto dei nonni (in particolare della nonna materna) nell’educazione alimentare. I nonni paterni appaiono indulgenti (spesso in relazione al tempo limitato che trascorrono con i nipoti) e tendono ad utilizzare il cibo come veicolo di emozioni positive. L’analisi ha evidenziato inoltre l’inclinazione della maggior parte delle madri ad utilizzare il gioco o la lettura piuttosto che il cibo come strumento per compensare la propria lontananza durante la giornata. Dall’analisi è,inoltre, emerso che le madri hanno una percezione nella norma della corporeità dei loro bambini e che ciò è il risultato della combinazione di attenzione alla dieta e attività sportiva.
Keywords: obesità e sovrappeso infantile, alimentazione, percezione delle mamme, nonni; caregiving informale; stili genitoriali, ricerca qualitativa fenomenologica.
The influence of grandmothers on the nutrition of children at pre-school age: the experience of mothers.
ABSTRACT
INTRODUCTION: The problem of obesity and being overweight in childhood has assumed particular importance in Public Health. In Italy about 1 million children are overweight. In contemporary society, there are many families in which both parents work and often grandparents take care of their grandchildren, also taking care of their nutrition. The aim of this study was to understand the perceived role of grandmothers on the eating habits of preschool children through the perception of mothers.
MATERIALS AND METHODS: Qualitative survey, conducted with phenomenological methodology according to Cohen, focused on the interview of ten women with at least one preschool child (4-6 years old) who stated they were helped by the childrens’ grandmothers. The convenience sampling was carried out at the Association of Social Promotion “Neomamme” in the city of Monopoli (BA), from September 2017 to October 2017.
RESULTS: The following topics emerged from the phenomenological analysis:
- Time with grandparents, in which the sub-theme relating to the eating discipline adopted or not by the caregivers emerged
- Food and the sense of guilt
- The perception of the child’s appearance, within which the sub-theme relating to strategies to prevent the child becoming overweight emerged.
DISCUSSION: The phenomenological analysis highlighted the importance of the support of grandparents (in particular of the maternal grandmother) in food education. The paternal grandparents are indulgent (often in relation to the limited time they spend with their grandchildren) and tend to use food as a vehicle for positive emotions. The analysis also highlighted the inclination of most mothers to use play or reading rather than food as a tool to compensate for their distance during the day. The analysis also found that mothers have a perception of the normality of their children’s body and that this is the result of combining attention to diet and sports.
Keywords: childhood obesity and being overweight, nutrition, perception of mothers, grandparents, informal care giving, parenting styles, qualitative phenomenological research.
INTRODUZIONE
L’obesità è una condizione patologica caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, causata nella maggior parte dei casi da errati stili di vita quali: alimentazione scorretta, dieta ipercalorica e inattività fisica1. L’obesità è quindi una condizione ampiamente prevenibile, che purtroppo interessa tutte le face d’età in tutto il mondo1.
Il problema dell’obesità e del sovrappeso, soprattutto nell’età infantile, ha assunto particolare rilevanza in Sanità Pubblica, sia per le implicazioni dirette sulla salute fisica, psicologica e sociale del bambino, sia perché tali condizioni rappresentano un fattore di rischio per l’insorgenza di gravi patologie nell’età adulta (diabete mellito tipo II, ipertensione arteriosa, malattie cardio- e cerebro-vascolari, dismetabolismi, cancro della mammella e del colon-retto, ecc.)2.
In Italia, 1 bambino su 3 è in condizione di sovrappeso/obesità, i dati evidenziano che circa 1 milione di bambini è in eccesso ponderale ed esistono notevoli differenze tra le Regioni 2 (Figura 1).
Figura 1. Grafico tratto dal documento “OKkio alla SALUTE: sistema di sorveglianza su alimentazione e attività fisica nei bambini della scuola primaria. Risultati 2008. ISS”. Percentuale di sovrappeso e obesità nei bambini di 8-9 anni di età, per Regione.
I fattori chiamati in causa come determinanti dell’aumento di obesità, sono molteplici2. In primo luogo viene indicato il miglioramento delle condizioni socio-economiche, associato allo stile di vita sedentario e al diffondersi di comportamenti alimentari rivolti al consumo di alimenti già precotti ad alto contenuto calorico2.
La letteratura suggerisce che gli interventi di prevenzione dell’obesità infantile, per essere efficaci, devono prevedere il coinvolgimento della scuola per il suo ruolo educativo, ma soprattutto, della famiglia attraverso programmi integrati al fine di promuovere l’adozione di stili di vita più sani 2.
In tutte le culture, la famiglia costituisce un’istituzione sociale e un supporto fondamentale per le donne e i bambini2. Negli ultimi anni, la letteratura internazionale ha evidenziato il ruolo di altri “caretakers”3: figure di accudimento in aggiunta alle madri. Tra queste figure una maggiore attenzione viene data al ruolo delle nonne3. A tale proposito, l’antropologo Van Esterik (1995) sostiene che l’acquisizione di atteggiamenti di accudimento accettati culturalmente e le pratiche delle giovani madri dipendono in gran parte dall’educazione che esse ricevono da parte di donne più esperte, in particolare dalle nonne3. Nella società contemporanea, molte sono le famiglie nelle quali entrambi i genitori lavorano e, laddove si rendono disponibili, sono i nonni a rappresentare le figure di accudimento maggiormente desiderabili4. Da uno studio europeo del 2011 (SHARE: The Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe-2011), si evince che l’Italia è il paese dove il 33% dei nonni si prende cura quotidianamente dei nipoti, contro l’1,6% della Danimarca o il 2,9% della Svezia4.
Pertanto, è sembrato interessante indagare il pensiero delle donne lavoratrici, madri di bambini in età prescolare, rispetto al grado d’influenza diretta delle nonne, sull’alimentazione del bambino.
OBIETTIVO DELLA RICERCA
Indagare il contributo delle nonne sulle abitudini alimentari dei bambini in età prescolare attraverso il pensiero delle mamme.
MATERIALI E METODI
Disegno dello studio
Indagine qualitativa, condotta con metodologia fenomenologica secondo Cohen.
Il metodo Cohen
Il metodo fenomenologico secondo Cohen5 è stato scelto per condurre questo studio perché permette una comprensione profonda dell’esperienza vissuta dalle persone coinvolte5.
Il metodo Cohen prevede una serie di steps susseguenti. Il primo step consiste nel “bracketing”5 definito come “Tecnica di Riflessione Critica”. Trattasi della descrizione per iscritto, da parte dei ricercatori, del proprio punto di vista e percezione circa il fenomeno oggetto di indagine, in modo da ridurre la possibilità che i temi estratti dall’analisi riflettano i pregiudizi dei ricercatori anziché l’esperienza dei pazienti. Questa procedura consente di accantonare ogni pregiudizio affinché non influenzi la pura essenza dei temi estrapolati.
Il secondo step consiste nella conduzione delle interviste nell’ambiente naturale dei partecipanti, mantenendo un atteggiamento di accoglienza da parte degli intervistatori, in modo da facilitare la descrizione della loro esperienza. Le interviste sono condotte con domande aperte per dare completa libertà ai partecipanti di descrivere cos’è più importante per loro. Il luogo dell’intervista è stato scelto dai soggetti partecipanti allo studio, proprio per poter mettere maggiormente gli stessi a proprio agio.
Tutte le interviste sono audio-registrate. Durante e subito dopo le interviste, i ricercatori trascrivono note sull’ambiente in cui è avvenuta l’intervista, il linguaggio non verbale e le proprie riflessioni5. Il reclutamento dei soggetti partecipanti allo studio termina con il raggiungimento “della saturazione dei dati”. Il termine saturazione dei dati si riferisce alla ridondanza dei temi estrapolati6. Dopo aver effettuato le interviste, i ricercatori si occupano dell’ascolto e trascrizione delle stesse, arricchendole delle note raccolte sul campo per l’estrapolazione dei temi dalle varie esperienze. Le interviste vengono trascritte meticolosamente, parola per parola e analizzate dai ricercatori prima singolarmente e poi in gruppo, per favorire il confronto e la discussione critica. Nell’estrapolazione dei temi non ci sono state discrepanze di pensiero, tra i vari ricercatori. Al termine, per confermare l’attendibilità dei temi, quest’ultimi sono stati ripresentati ai soggetti dello studio che hanno tutti confermato quanto estrapolato dalle interviste.
Popolazione di riferimento
Donne con almeno un figlio/figlia in età prescolare (4-6 anni) che dichiarano l’aiuto da parte delle nonne.
Criteri di inclusione
- Donne/madri di almeno un bambino in età prescolare, la cui nonna materna e/o paterna sia vivente;
- Donne italiane;
- Donne lavoratrici;
- Accudimento del bambino da parte di almeno una delle nonne;
- Perfetta comprensione della lingua italiana;
- Firma del consenso informato.
Criteri di esclusione
- Donne che non abbiano un bambino in età prescolare;
- Famiglie con nessuna delle due nonne viventi;
- Assenza di accudimento da parte delle nonne;
- Donne con problemi cognitivi;
- Donne straniere;
- Volontà a non voler partecipare allo studio.
Campionamento
Il campionamento è di convenienza. L’autorizzazione alla conduzione dell’indagine è stata inoltrata alla Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale di Monopoli (BA). L’indagine ha visto la collaborazione dell’ostetrica referente dell’APS “Neomamme”. È stato raccolto il consenso informato e, alle donne che hanno deciso di partecipare all’indagine, è stato spiegato lo scopo dell’indagine. Successivamente, previo appuntamento telefonico, le donne sono state contattate dalle ricercatrici e le interviste sono state condotte presso le loro abitazioni. Lo studio rispetta i principi della convenzione di Helsinki.
Strumento
Per le interviste sono state utilizzate tre domande a risposta aperta. La scelta ha trovato giustificazione nel fatto che questa tipologia di domanda permette ampia possibilità, da parte del soggetto intervistato, consente di descrivere realmente le proprie esperienze7. È stato, inoltre, impiegato un diario finalizzato alla raccolta delle note sul campo (relative a riflessioni personali, al setting e al linguaggio non verbale usato da ogni singola donna intervistata).
Le interviste, audio registrate, hanno avuto durata media di circa 10 minuti. La saturazione dei dati è stata raggiunta dopo 11 interviste.
RISULTATI
Per garantire l’anonimato e il rispetto della privacy è stata predisposta una codifica composta da un codice numerico e due iniziali fittizie assegnate ad ogni partecipante, a cui corrispondevano caratteristiche socio-demografiche, come riportato nella Tabella 1.
Tabella 1. Caratteristiche socio-demografiche del campione
CODE | INITIAL | ETA’ | N° FIGLI | EDUCAZIONE | IMPIEGATA |
01 | 30 | 2 | Laurea | SI | |
02 | 33 | 2 | Laurea | SI | |
03 | 33 | 2 | Laurea | SI | |
04 | 32 | 2 | Diploma media superiore | SI | |
05 | 31 | 2 | Laurea | SI | |
06 | 29 | 2 | Diploma media superiore | SI | |
07 | 35 | 3 | Diploma media superiore | SI | |
08 | 32 | 2 | Laurea | SI | |
09 | 31 | 2 | Laurea | SI | |
10 | 30 | 2 | Diploma media superiore | SI |
L’età media delle partecipanti è 31,6 anni (range 29-35). Il livello d’istruzione è medio-alto, 6 partecipanti risultavano aver conseguito il diploma di laurea e le restanti il diploma di scuola media inferiore.
La maggior parte delle partecipanti hanno dichiarato di avere due figli (Media 1,8) tranne una che ha dichiarato di averne tre. Infine, tutte hanno dichiarato di essere occupate.
I temi ed i relativi sottotemi emersi dall’analisi fenomenologica hanno mostrato come sia importante la collaborazione dei nonni nell’educazione alimentare dei bambini.
I temi ed i rispettivi sottotemi emersi sono: “il tempo con i nonni”, con il sottotema “vizi vs virtù”; altri temi dominanti sono “il cibo ed il senso di colpa”, e la “percezione dell’aspetto del bambino”. Sottotema derivante da quest’ultimo tema principale sono le “strategie per evitare il sovrappeso”.
1. Il tempo con i nonni
Il primo tema emerso, è stato il tempo cospicuo che i bambini trascorrono con i nonni durante l’arco della giornata. Tutte le madri intervistate hanno riferito che i loro genitori sono le figure di accudimento di supporto, così come di seguito evidenziato (08GQ): << Eh …sì!…Loro sono tutti i giorni con i miei genitori…perché per via del lavoro…(OMISSIS)… sono molto aiutata dai miei genitori>>.
I nonni paterni, pur essendo figure di accadimento, trascorrono un tempo molto limitato con i nipoti.
Durante il tempo che i bambini trascorrono con i nonni materni, vengono consumati dei pasti e, come riferito da gran parte delle intervistate, spesso si tratta di un pasto principale. Dalle interviste, di seguito anche riportata una a mo di esempio, è emerso che questa è un’abitudine consolidata(01AZ):<< Allora sì … capita purtroppo spesso che … che … lo lascia a mia madre e … (con tono rassegnato) … soprattutto durante l’ora di pranzo!>>. Questa prassi diventa occasionale, solo perché i bambini pranzano a scuola (asilo).
1.1 Vizi vs Virtù
Altro elemento di notevole importanza, è la qualità dell’alimentazione dei bambini, in particolare l’esistenza o meno di una “disciplina della corretta alimentazione”. Da questa analisi sono risultati due comportamenti contrastanti da parte delle nonne:
- Disciplina alimentare, le nonne (esclusivamente materne) pongono attenzione sulla qualità dell’alimentazione dei loro nipoti, limitando gli eccessi e collaborando con le madri nel seguire una linea di condotta sana e condivisa, come riportato dalla partecipante:
(09 HP): << … mia madre è molto attenta alla dieta del bambino […] segue anche molto le mie direttive>>.
- Tendenza ad un’eccessiva “indulgenza alimentare”, è questo il caso della totalità delle nonne paterne segnalate dalle intervistate, le quali cercano attraverso delle concessioni appetibili, di conquistare l’affetto dei nipoti. In tutti i casi, questa condotta non viene quasi mai ostacolata dalle madri, poiché è associata ad un tempo molto esiguo che i bambini trascorrono con loro, come espresso dall’intervistata: (03 CU) <<Quelle rare volte che resta con la nonna paterna…la si accontenta su tutto… e tipo anche se io non sono d’accordo…ma più di dirlo…alla fine che fai? […] La vede poco la bambina … perché ci sta meno e … quindi quando andiamo… mi scoccia bacchettarla>>.
Questo atteggiamento indulgente delle nonne paterne è adottato anche da alcune nonne materne, le quali tendono a proporre ai loro nipoti delle alternative alimentari meno sane, ma più inclini ai loro gusti per assecondarli e coccolarli, come si evince dalle parole della seguente partecipante (01 AZ):<< … se mangia con me…mangia quello che c’è a tavola…se invece mangia a casa di mia madre…mangia quello che vuole lui…pur di non farlo piangere lo vizia>>, oppure utilizzano la ghiottoneria come premio per aver mangiato il cibo sano ma meno gradito (07 FR): << … mia madre […] cerca di tenersela buona, cercando di dirle che se sta buona e mangia quello che non le piace…dopo avrà un panino con -omissis->>
In questa categoria spicca anche il caso di una partecipante, la quale sottolinea che a non essere esattamente virtuosi non siano tanto le nonne, quanto piuttosto i nonni (06 ES): <<quando c’è mio suocero e … mio padre… i nonni maschi … vedo che, se lui fa una richiesta… che, anche un gelato fuori orario … ad esempio… capito? … loro non dicono di no!>>.
2. Il cibo ed il senso di colpa
Dall’analisi delle interviste è stata individuata una scarsa tendenza a questo fenomeno, come pure una preferenza, da parte delle madri, a sopperire la mancanza del gioco o altre attività (10 IO): <<no…comunque non uso il cibo per accontentare…no… e nemmeno per non sentire il senso di colpa, anche perché non amano molto mangiare e…. quindi … no! …A volte preferisco il gioco oppure uscire a fare una passeggiata…oppure a volte mi chiedono di leggere delle favole!>>.
Tuttavia una partecipante, ha affermato di utilizzare il cibo come palliativo al senso di colpa, dovuto all’allontanamento per motivi di lavoro.
3.La percezione dell’aspetto del bambino
Un tema ricorrente nelle interviste consiste nella percezione, da parte delle madri, della fisicità dei loro bambini, percepita in tutti i casi come normale. In altri termini, le madri non considerano i loro figli in sovrappeso.
3.1 Le strategie per evitare il sovrappeso
In tutte le interviste è emerso come i bambini non siano soggetti a vita sedentaria, sia per la loro effettiva vivacità (4DU): << si muove sempre…non sta mai fermo! … forse questo lo agevola un po’…con lo smaltimento>>, sia perché praticano attività fisica (07 FR) :<< la bambina fa […] due giorni di danza e due di atletica>>.
A ciò si aggiunge il fatto che molte mamme tendono a non tenere in casa cibo spazzatura (10 IO) :<<…cerco a casa di non avere schifezze… anche le bevande…non ho né aranciate…ho solo acqua…oppure le merendine le mangiano solo la mattina insieme al latte…magari…però per il resto…non ho cioccolate…non ho, a casa, di queste cose>>, ed i bambini non ne manifestano una particolare inclinazione (05 DT):<< non mangia molte cose dolci…a volte sì…ne ha desiderio, ma, per fortuna, non va dietro alle schifezze>>.
DISCUSSIONE
Scopo dello studio è stato comprendere la percezione delle mamme, rispetto al ruolo delle nonne sull’alimentazione dei figli. I temi ed i relativi sottotemi emersi dall’analisi fenomenologica, hanno mostrato come sia importante la collaborazione dei nonni, nel dare supporto sia nell’accudimento che nell’educazione alimentare dei propri nipoti. Come confermato dalla letteratura3, la figura prevalente è la nonna materna. La nonna materna è abbastanza sensibile e attenta alla “disciplina alimentare”, ma allo stesso tempo non rinuncia ad “assecondare” i gusti del bambino. La nonna materna assume, per una delle nostre intervistate, un peso talmente rilevante sull’educazione del proprio bambino da ritrovarsi, in alcune situazioni, a non avere la stessa autorità della madre.
I nonni paterni appaiono oltremodo indulgenti, soprattutto a causa del limitato tempo che trascorrono con i nipoti. Tempo che viene percepito limitato in quanto alcuni attimi della giornata sembrano essere scanditi da orari rigidi e regole genitoriali ferree. Il sottotema correlato al tempo,trova fondamento in letteratura, dove si riscontra la tendenza, da parte dei nonni, ad utilizzare il cibo come veicolo di emozioni positive8,9, spesso aggirando la disapprovazione delle madri9. Questo atteggiamento è stato percepito dalle mamme, nei confronti delle, le quali appaiono più indulgenti al fine di accattivarsi l’amore dei nipoti con l’ausilio di cibi preferiti e poco sani.
Nel primo tema principale il ruolo della scuola è stato percepito come fattore protettivo circa l’alimentazione dei bambini. I bambini che pranzano a scuola evitano l’assunzione di calorie in eccesso, rispetto a quanto avverrebbe in presenza dei nonni.
Dalla ricerca in letteratura, è stata riscontrata una tendenza da parte dei genitori all’utilizzo improprio del cibo come ricompensa10 o in generale, come detto in precedenza, si associa l’uso del cibo a sentimenti positivi8,9. Nelle interviste è stata indagata se e in che misura, le madri tendono ad utilizzare il cibo (in particolare “cibo spazzatura”) come strumento per compensare la lontananza durante la giornata. L’analisi ha mostrato una scarsa propensione delle madri ad usare il cibo come strumento di compenso per l’assenza temporale. Le donne riferiscono di preferire il gioco o la lettura, anche se una percentuale, non trascurabile, delle nostre intervistate è ancorata a questa “cattiva” abitudine.
Il tema ricorrente è la percezione che le madri hanno circa la corporeità dei loro figli, da tutte percepita nella norma.
Da tutto ciò emerge che l’educazione alimentare non è scontata ed è influenzata molto da dinamiche familiari.
Il ruolo della famiglia è fondamentale, richiede un approccio sinergico, come riscontrato in letteratura3,11-13, per favorire un’adeguata attenzione alla dieta dei bambini. Una strategia vincente risulta essere l’eliminazione quotidiana di cibi ricchi di grassi e bevande zuccherate e la pratica costante di un’attività sportiva.
In questa fase delicata della vita della vita del bambino, le famiglie compresi i nonni, dovrebbero essere affiancati e sostenuti dal Pediatra e dall’ Infermiere Pediatrico di famiglia14, per essere coinvolti in programmi educativi sulla correttezza dell’alimentazione e sulla promozione di corretti stili di vita.
LIMITI
Un limite dello studio è rappresentato dall’esiguità del campione, che ne determina una mancanza di variabilità e15 l’impossibilità nella generalizzazione dei risultati. Queste limitazioni sono tipiche degli studi di tipo fenomenologico16 che, tuttavia, forniscono informazioni essenziali sia per una visione olistica sia per una partenza corretta di studi maggiori.
Un ulteriore limite è dato dal fatto che il nostro studio indaga la percezione delle mamme circa il comportamento alimentare dei propri figli durante il tempo passato insieme ai nonni, e dunque, non fornisce un quadro reale di ciò che possa realmente accadere tra nonni e nipoti e delle possibili e differenti dinamiche relazionali rispetto a tale fenomeno.
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